
E' incredibile come persone che vivano in mondi così lontani e diametralmente opposti possano apparire assurdamente simili all'occhio attento e vigile di chi sa scandagliare le profondità della (perversa) mente umana.E' il caso di Drew, anziano pongista dell'Ances Novate e di Bob Dylan, indimenticabile cantautore all'apice del successo a cavallo degli anni '70 che tanto fa sognare le persone da più generazioni.
Una linea in comune: la poesia in ogni cosa.
E' poesia quella di Bob in "Blowing in The Wind" mentre si interroga sull'eterno dilemma dell'umanità o mentre allude al trascendentale in "Knocking On Heaven's Doors" o mentre canta l'assurdo in "Under The Red Sky"...E' poesia quella del Drew ogni volta che scende in campo con la sua andatura ondeggiante, quando accarezza la pallina come fosse la più tenera delle sue amanti, quando abbatte l'avversario come fosse il più perfido dei suoi nemici, quando abusa del presidente come fosse la peggiore meretrice dell'antica Ro

ma...Per chi non lo sapesse Drew è nato nei sobborghi di Ujfelsistad, orrenda cittadina sulle sponde del Mar Baltico, nel lontano 1905. Alla tenera età di 12 anni fu iniziato a strani riti orgiastici in dei Sabba allucinanti (ai quali si narra presero parte qualche anno dopo Hitler, Jim Morrison, Kurt Cobain e Pietro Pacciani con i compagni di merende al completo) dai quali è stato segnato a vita. Iniziò a brandire l'amato oggetto pongistico quando Bob imparava il giro di "DO" e non se ne distaccò mai più ritenendolo la sua rivalsa contro un mondo che non gli apparteneva. E vennero gli anni della'adolescenza e della maturità, gli anni della lotta e della repressione, così mentre il poeta Dylan intonava Mr. Tambourine Man in mezzo mondo l'oriundo Napoletano venne scoperto e portato immediatamente in Italia dal presidente Geremia

trovatosi in Svezia per uno dei suoi "lussuriosi" viaggi che scientificamente ama definire "Crociate". Da quel giorno Drew divenne il caposaldo di una delle squadre di Tennistavolo più forti di tutti i tempi mentre Bob conquistava le vette della musica dei 5 continenti finché lo stesso Dylan venne a sapere di qualcuno più famoso di lui e scelse di dedicargli "Hurricane" una delle più belle ballate di tutti i tempi: il resto è entrato ormai nella leggenda...Ancora oggi nei falò di mezzo mondo basta una chitarra e qualche accordo per far partire la voce da sola:
"How many roads must a Drew walk down, before he can call him a man..."
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